Emergenza colate detritiche lungo la statale di Alemagna: la Provincia stanzia altri 700 mila euro per Cancia.
Il presidente Padrin: “Fondi al limite, servono risorse da altri Enti”.
La Provincia di Belluno continua a essere impegnata attivamente per fronteggiare l’emergenza legata alle colate detritiche che negli ultimi giorni hanno interessato la statale di Alemagna tra San Vito di Cadore e Cortina d’Ampezzo e l’area di Borca, con particolare riferimento, naturalmente, alla zona di Cancia. Un’ulteriore variazione di bilancio ha permesso di destinare altri 700 mila euro agli interventi urgenti, portando il totale degli stanziamenti per le somme urgenze a oltre 2 milioni di euro.
“Le risorse provinciali stanno raggiungendo il limite – dichiara il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin –. Non possiamo pensare di gestire da soli un’emergenza di questa portata. Serve l’intervento in sussidiarietà da parte di Regione, Stato e altri enti competenti. È in gioco la sicurezza di un’arteria fondamentale per l’intera montagna veneta, soprattutto in vista della stagione estiva e dei grandi eventi che ci aspettano.”
Nel frattempo si lavora anche sul fronte della frana del Marcora, con le operazioni di installazione del sistema di monitoraggio richiesto da ANAS. “Entro domani, salvo imprevisti, verranno posizionati due pluviometri e alcuni pendoli per la sorveglianza costante del movimento franoso,” conferma il consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo Massimo Bortoluzzi. “Questo permetterà un controllo puntuale e in tempo reale dell’evoluzione del fenomeno.”
Ma l’attenzione della Provincia non può concentrarsi solo sull’area di Cancia. “Ci sono anche altri fronti aperti sul territorio, che richiedono altrettanto il nostro impegno, aggiunge Bortoluzzi, in particolare, nei comuni – tra gli altri – di Rocca Pietore, Agordo, Chies d’Alpago, Gosaldo e Rivamonte Agordino, dove stiamo monitorando situazioni di fragilità idrogeologica che potrebbero peggiorare con ulteriori eventi meteo intensi.”
“Abbiamo bisogno – conclude il presidente Padrin – di un piano di intervento strutturato e condiviso, che – mentre interveniamo nella maniera più efficace possibile per contenere gli effetti del contingente – guardi al medio e lungo termine, ma soprattutto di strumenti adeguati per affrontare un territorio che cambia con sempre maggiore rapidità sotto l’effetto del cambiamento climatico.”