Inaugurato lo Snodo in Quota di Pieve di Cadore
È stato inaugurato questa mattina lo Snodo di Pieve di Cadore, terza sede operativa del progetto Snodi in Quota – Dolomiti inclusive, dopo quelli di Belluno, attivo da fine 2024 e di Agordo, aperto il 9 maggio scorso. Un servizio pensato per aiutare le persone a orientarsi tra le tante opportunità e servizi del territorio – pubbliche e private, offrendo ascolto, accoglienza, consulenze e supporto concreto. L’ufficio si trova in via degli Alpini 39, presso la sede di Confartigianato Imprese e sarà operativo dal martedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00.
«L’inaugurazione di questo Snodo ci restituisce speranza», ha sottolineato il sindaco di Pieve di Cadore, Sindi Manushi. «Soprattutto in queste zone caratterizzate da tante ‘serrande’ che sono state abbassate e da un depauperamento generale dei servizi. Giustamente qui è stato fatto un percorso inverso, con il decentramento sul territorio di un servizio in collaborazione con le realtà locali».
La logica del progetto Snodi in Quota – promosso dal Comune di Belluno e finanziato dalla Fondazione Cariverona – è proprio quella di avvicinare i servizi ai cittadini. «L’idea è di una distribuzione equa dei servizi, anche dal punto di vista geografico», ha spiegato Marco Dal Pont, assessore al sociale del Comune di Belluno. «Oggi cominciamo un camino assieme con le istituzioni locali del Cadore, i Comuni, le Unioni montane, l’azienda sanitaria, gli uffici di Veneto Lavoro, ma anche con le cooperative sociali e con tutti i soggetti che offrono opportunità. Lo Snodo di Pieve di Cadore ci permetterà di garantire una maggiore efficacia, equità e coerenza territoriale nell’erogazione degli interventi di welfare locale, con ricadute dirette sui cittadini dei 46 Comuni dell’ambito». Uno degli obiettivi del progetto Snodi in Quota, dice Dal Pont è infatti «offrire le stesse opportunità, erogare servizi e prestazioni in modo omogeneo e soprattutto in prossimità del cittadino e dei suoi bisogni».
«Informare, orientare e accompagnare. Sono le tre funzioni principali degli Snodi», ha spiegato Michele Dal Farra, presidente di Metàlogos, la società che ha in carico l’attuazione tecnica del progetto. «Lo Snodo si propone come ponte tra cittadinanza, servizi pubblici, enti del Terzo Settore e stakeholder locali, senza sostituirsi ai servizi esistenti, ma rafforzando la rete e facilitandone l’accesso secondo un processo partecipato grazie al quale le persone trovano risposte ai rispettivi bisogni».
Cos’è lo Snodo
“Snodi in Quota” nasce per rispondere alle esigenze di cittadini che, pur non rientrando nel target dei servizi sociali tradizionali, vivono situazioni di incertezza, disorientamento o difficoltà nell’accesso alle informazioni e alle opportunità. Concretizzato a dicembre con l’apertura del primo snodo a Belluno, il progetto è rivolto al territorio dell’ambito Ven 01 di cui Belluno è capofila.
Un servizio su misura per la comunità
Presso ogni Snodo, le persone possono:
- ricevere ascolto e orientamento personalizzato;
- ricevere supporto immediato per bisogni semplici (bonus, pratiche digitali, informazioni utili);
- essere indirizzate verso servizi specialistici in caso di richieste complesse (servizi sociali, centri per l’impiego, supporto legale o sanitario);
- ottenere aiuto nella compilazione di pratiche amministrative, moduli, accesso a bandi, gestione documenti;
- accedere a informazioni su servizi domiciliari, educativi, lavorativi e altro.
In parallelo, il back office dello Snodo lavora per mappare costantemente i servizi presenti sul territorio, promuovendo iniziative di rete, formazione e divulgazione.
Una rete per le Dolomiti inclusive
Il progetto si fonda su una forte dimensione territoriale e partecipativa: pubbliche amministrazioni, enti del terzo settore e comunità locali collaborano attivamente per modellare lo Snodo come uno spazio vivo, flessibile e integrato. La visione è quella di una piattaforma accessibile, riconoscibile, capace di rispondere con empatia e concretezza ai bisogni emergenti.
Gli snodi diventano così punti di interconnessione tra risorse, servizi e motori di progettualità condivisa. È un progetto ambizioso e innovativo, pensato per diventare un punto di riferimento informativo e di orientamento per famiglie e cittadini nei 46 Comuni dell’ambito, facilitando l’accesso a opportunità, agevolazioni e iniziative territoriali, contribuendo anche alla riduzione del digital divide soprattutto per la fruizione dei servizi per gli anziani. Dalle prime evidenze che emergono sugli snodi di Belluno e Agordo c’è una forte richiesta di fare lo SPID e accedere così a tutta una serie di servizi pubblici fruibili solo on line. Gli Snodi saranno strettamente connessi con i Servizi sociali e di supporto, e avranno un ruolo chiave nella mappatura e diffusione delle attività nel territorio.